La via del Passo di Serra,che congiungeva Bologna ed Arezzo,la si trova indicata in tutte le più antiche cartine. La percorsero gli eserciti dell'antica Roma, ancora prima della nascita di Cristo. Vi passarono durante il Medioevo centinaia di migliaia di pellegrini che da tutta l'Europa si recavano a Roma. Procedevano in gruppi per difendersi dai Briganti,quache fortunato a cavallo e tutti gli altri a piedi,con il bordone ed una zucca vuota per l'acqua. La via del Passo di Serra perse la sua importanza verso la meta del 1800,quando fu aperto il Passo dei Mandrioli. Attualmente e' ridotta ad una suggestiva mulattiera che conserva tratti dell'antico selciato e permette comunque di ricalcare i faticosi passi dei soldati romani e dei pellegrini, perche' nei secoli il percorso e' rimasto sostanzialmente invariato. Di Serra sappiamo che vi era un antico castello, del quale non e' rimasta traccia,posto in una situazione strategica per controllare ("Serrare" e da qui il nome) l'obbligo di valico dell Alpe di Serra. Di tale "castello et curte di Serra" si parla gia' in un documento del 1114. I primi Serrini furono quasi sicuramente alcuni signori longobardi che si insediarono nella vallata in eta' barbarica: la presenza"De Longobardis di Serra" e' testimoniata in un documento del 1243. Gli ultimi un centinaio di abitanti suddivisi in una ventina di famiglie,abbandonarono le loro case tra il 1950 ed il 1970. L'intero villaggio ,sopraffato dai rovi,sambuchi e vitarbe,sprofondo' in un silenzio surreale. Sembra un sogno,per chi se ne era andato e vi ritorna nell'insolite veste di turista,poter camminare adesso nelle strade lastricate,fra graziose casette in pietra perfettamente restaurate e con i gerani alle finestre. E' bello sentire il vociare dei villeggianti comporsi in un piacevole risveglio del fiorentino fluido dei nuovi arrivati e del dialetto arcaico ma vigoroso dei vecchi Serrini. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno contribuito al recupero di questo meraviglioso angolo di paradiso ed anche tu "HOMO VIATOR" villeggiante O viandante che tu sia: RISPETTALO. Grazie di cuore alla amministrazine comunale di Chiusi Della Verna per la loro disponibilita' e tolleranza nei nostri confronti in quanto con le loro minime disponibilita' di comune montano hanno aiutato nel tempo alla realizzazione di quanto oggi e' possibile vedere.
Presenti 2 webcam per la visione del panorama. Osservano in diretta il versante Nord (Passo dei Mandrioli) ed il versante Sud (vista del paese di Corezzo)
Immagine Attuale In Diretta (Versante Sud)
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Immagine Attuale In Diretta (Versante Nord)
Link Direttto a Webcam Nord »Vecchi e Nuovi ricordi di eventi avvenuti nel Paese. Immagini e filmati del tempo trascorso.
Gli ungari e i tedeschi, come erano genericamente chiamati i pellegrini provenienti dai paesi europei centro-settentrionali, seguivano due vie: una lungo la valle dell'Adige fino a Verona; l'altra lungo la val Pusteria fino a Treviso. Entrambi i percorsi raggiungono poi la via Emilia, seguendola sino a Forlì, dove ha inizio la strada che, risalendo la valle del Bidente, valica l'Appennino al passo dell'Alpe di Serra, in prossimità dell'attuale passo dei Mandrioli. Il percorso, digradando per il Casentino verso Arezzo e proseguendo per la val di Chiana, arriva a Orvieto, per poi raggiungere Montefiascone, località in comune con la via francigena. Orvieto è la città dove è istituita la solennità universale del Corpus et Sanguis Domini, l'11 agosto 1264 con Bolla Transiturus da papa Urbano IV che aveva stabilito la residenza della corte pontificia sull'antica città rupestre etrusca. Le fonti tedesche considerano la Via Romea melior via per Roma, anche nota come Germanica, di Alemagna, o Teutonica (quest'ultimo appellativo, poco gradito in quanto evocativo delle gesta guerrafondaie dei Cavalieri Teutonici; i quali, peraltro, nell'antica terra della Tuscia Longobarda divenuta tra i secoli XI e XIV Tuscia Urbevetana, facendo riferimento al vasto territorio sotto controllo orvietano, da Sutri in Tuscia Suburbicaria alla Rocca di Tintinnano in Val d'Orcia, dalle Maremme alla Val di Lago bolsenense-aquesiana, al Tevere, dall'Amiata alla Valdichiana). Gli appellativi geografici della Via Romea dipendono in ragione della provenienza dei pellegrini. Questa via è oggi chiamata anche Via Romea di Stade perché ne troviamo una chiara descrizione negli Annali dell'Abbazia di Stade, scritti dall'abate Alberto di Stade. Gli intensi rapporti esistiti sin dal X secolo tra Arezzo, Forlì e Ravenna stanno all'inizio della fortuna di questo itinerario. Con l'aumento dei pellegrinaggi dall'area centroeuropea, la via tra Forlì ed Arezzo viene sempre più battuta, divenendo il percorso preferenziale per tutti coloro che giungono dalle Alpi centrali o orientali.
Strada interna per la Chiesa. Percorso dal centro del paese alla chiesa ristrutturata di recente.
Vista dell'ingresso al paese dalla strada comunale.
Abitazioni sul versante Nord.
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